Due giorni fa il PD ha presentato alla Camera una mozione con la quale chiede al Governo di procedere ad individuare una figura adeguata cui affidare il compito di Governatore della Banca d’Italia, in grado di assicurare la necessaria indipendenza ed efficienza, vista la prossima scadenza dell’incarico dell’attuale titolare, Ignazio Visco.
In primis, è opportuno ricordare che l’attuale ordinamento prevede che la nomina per tale delicato incarico spetta al Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, e sentito il parere del Consiglio Superiore della stessa Banca d’Italia.
Ne consegue che nè il Parlamento, nè tantomeno i partiti politici possono interferire in tale provvedimento, se non a prezzo di uno strappo istituzionale.
Ma ciò evidentemente non è sufficiente a frenare le pulsioni del Segretario del PD, Matteo Renzi, il quale mentre dice di percorrere l’Italia in treno per sentire cosa la gente pensa sia necessario fare per risollevare il Paese, trova comunque il tempo per ingerire in una pratica rispetto alla quale non ha alcun titolo, se non quello che gli impone la sua protervia, evidentemente non pago degli schiaffoni ricevuti in pieno viso in un numero imbarazzante di elezioni comunali, regionali e affini tutte clamorosamente perse, per non parlare del referendum del 4 dicembre scorso, con 20 milioni di voti che hanno affossato la terribile riforma costituzionale proposta da lui e dai suoi ascari.
La mozione ha suscitato un coro assordante di opinioni contrarie, anche da parte di commentatori solitamente pacati e che certo non possono essere accusati di essere dei rivoluzionari: ne cito alcuni, tra i quali Massimo Giannini, Ferruccio De Bortoli, Antonio Polito, Lina Palmerini tra i giornalisti, fino a rilevanti politici, anche all’interno dello stesso PD, come Walter Veltroni, Giorgio Napolitano, Carlo Calenda, Luigi Zanda, Andrea Orlando e ancora altri, e fuori dal partito come Bersani, Fassina, Brunetta, e mi fermo qui perchè l’elenco è lunghissimo.
Addirittura Eugenio Scalfari, ultimamente piuttosto indulgente nei confronti di Renzi, ma evidentemente scoraggiato da quest’ultima impresa del nostro eroe, stamattina sulla Repubblica arriva a invocare per il toscano una visita neurologica per cercare una cura capace di guarirlo da quelle pulsioni delle quali sembra soffrire e che lo conducono a queste miserrime figure… che dire, con tutto il rispetto per un grande nome del giornalismo italiano, meglio tardi che mai.
Non bastasse tutto ciò, stamani su tantissimi quotidiani si afferma che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, la Maria Elena Boschi che in materia di banche è certamente un’autorità, sarebbe stata perfettamente a conoscenza della mozione, anzi addirittura avrebbe partecipato attivamente alla scrittura della stessa, senza aver preventivamente informato il Presidente del Consiglio Gentiloni, anch’egli del PD, come tutti sappiamo.
E allora, traiamo le conclusioni:
- come può un partito al Governo ininterrottamente dal 2011 ad oggi, e che ha affrontato e gestito le crisi del MPS prima e delle Banche Popolari poi (prime tra tutte la Banca Etruria così cara alla Boschi) ergersi a paladino dell’indipendenza della Banca d’Italia, dopo aver colpevolmente atteso mesi e mesi prima di intervenire efficacemente, salvo poi farlo a babbo morto con un decreto che ha privato tanti piccoli risparmatori dei propri quattrini e che ancora aspettano un rimborso dopo essere stati truffati? Ma davvero non vi è alcun senso del pudore? Decreto che peraltro li priva della possibilità di rivalersi in solido nei confronti degli amministratori delle stesse banche…
- è il caso di ricordare che Renzi, ancora nel 2016, invitava gli italiani a comprare azioni del Monte dei Paschi di Siena, sostenendo che sarebbe stato un autentico affare, quando era a rischio la sopravvivenza stessa dell’Istituto? E ciò dopo averne acuito i problemi inseguendo improbabili soluzioni di mercato invece di agire per tempo, ma d’altronde preferiva aspettare il referendum poi clamorosamente perso
- e la Commissione parlamentare d’Inchiesta sulla crisi delle banche, promessa più di un anno e mezzo fa e istituita solo poche settimane or sono, ben sapendo che il limitato tempo che ci separa dalla fine della legislatura non consentirà di arrivare a nessun risultato apprezzabile
- dopo aver zittito il Parlamento imponendo al Governo di porre la fiducia alla Camera sulla legge elettorale, e vedrete che farà lo stesso al Senato per evitare sorprese, il ras toscano continua imperterrito con il suo atteggiamento arrogante e irrispettoso sia della correttezza istituzionale sia delle regole che disciplinano il nostro ordinamento, producendo strappi sia con il Quirinale, sia con quel Governo presieduto da un esponente del suo stesso partito con il chiaro intento di porlo in difficoltà in vista delle prossime elezioni politiche, per eliminare un potenziale competitore per Palazzo Chigi, dopo averne già eliminato uno (ricordate Enrico stai sereno?). Ma il personaggio è del tutto privo di senso delle istituzioni, questo è palese
- è di tutta evidenza che questa nuova schifezza serve a Renzi per individuare un capro espiatorio sulle spalle del quale far ricadere le responsabilità del disastro delle banche e combattere il M5S sul suo stesso terreno in campagna elettorale, ma soprattutto per porre Visco in condizioni difficili in vista dell’audizione dello stesso da parte della Commissione Parlamentare d’inchiesta, nel corso della quale potrebbero venire alla luce questioni legate alle interferenze della Boschi sulle vicende di Banca Etruria, negate di fronte al Parlamento ma in merito alle quali ancora attendiamo dal Sottosegretario risposte convincenti. Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato, ma si rischia di prenderci..
Spero che il Presidente della Repubblica e quello del Consiglio non si lascino condizionare in alcun modo dalla imperdonabile invasione di campo del Segretario del PD e dei suoi sodali e procedano secondo logica e opportunità, per non indebolire ulteriormente agli occhi dell’Europa la figura della Banca d’Italia, tanto più che tra pochi giorni si terrà un’importante riunione economica alla quale parteciperà il Governatore in carica, e l’Italia non può permettersi il lusso di non essere accolta con la necessaria credibilità e prestigio.
Renzi faccia il Segretario del PD e la smetta di considerare sè stesso il salvatore della Patria, l’abbiamo già visto all’opera, gli siamo grati per l’impegno ma, come si dice, abbiamo già dato e non credo valga la pena di concedergli fiducia, non è per lui e soprattutto non è per noi…