L’insopportabile Calenda

I mass media italiani pendono dalle labbra di Carlo Calenda, ex Ministro dei Governi Renzi e Gentiloni e ora, fino a prova contraria, privato cittadino, visto che non si è candidato alle elezioni del marzo 2018, forse anche perchè la sola volta che ci ha provato, alle politiche del 2013 sotto le insegne di Scelta Civica di Monti, prese una sonora legnata e non fu eletto.

Ciò nonostante, i mezzi di informazione se ne sono perdutamente innamorati, e il personaggio in questione imperversa in tutte le trasmissioni di cosiddetto approfondimento politico e sui giornali, dispensando consigli, suggerimenti, strategie, soluzioni infallibili a quegli stessi problemi che i Governi ai quali ha attivamente partecipato non hanno nè affrontato, nè tantomeno risolto, ritenendo evidentemente di essere in possesso di doti taumaturgiche che i fatti, che gli piaccia o no, non  hanno dimostrato.

Eviterò di fare considerazioni particolari sulla ridicola circostanza per la quale un siffatto personaggio, nato, cresciuto e pasciuto nell’ambiente più abbiente della Roma borghese, lontano a distanza siderale dai problemi reali della gente comune, ora si erge a paladino della sinistra, della quale non sa nulla e dalla quale lo separa il suo stesso DNA.

Così come non mi ripeterò sulle oscure modalità con le quali questo fenomeno ha gestito la vertenza ILVA di Taranto, alla quale tengo in particolare maniera per via delle mie origini e che conosco bene, ovvero un atteggiamento sempre “comprensivo” delle ragioni dell’Industria e molto meno di quelle della popolazione di Taranto, afflitta da decenni dai problemi della salute pubblica cagionati dall’inquinamento che quella fabbrica ha prodotto e continua a produrre.

Tanto che la soluzione della vertenza è giunta con l’attuale Governo, del quale non sono certamente un tifoso, ma che oggettivamente, nel caso specifico, ha stipulato un accordo con l’acquirente dell’impianto, l’Acelor Mittal, certamente e oggettivamente migliore rispetto a quello a suo tempo stabilito da Calenda e mai accettato dai lavoratori e dalle rappresentanze sindacali.

Potrei continuare con tanti altri episodi che smentiscono oggettivamente le doti salvifiche del fenomeno in questione, ma evito di farlo per non tediare gli eventuali lettori di questo post: voglio affermare tuttavia che ciò che non sopporto di questa persona è l’arroganza, la supponenza, la presunzione di essere il solo a detenere la verità assoluta e dogmatica, e l’abitudine a prevaricare le opinioni altrui, quando non  concordi con le sue teorie, dimostrando di non conoscere in alcun modo i più elementari criteri della democrazia e del reciproco rispetto.

Una prova inconfutabile e insopportabile di quanto ho appena affermato è stata fornita questa mattina, durante la trasmissione Omnibus andata in onda su LA7, quando ha avuto l’ardire di affermare che durante i Governi Renzi e Gentiloni non vi fu alcuna trattativa con l’UE, avente per oggetto uno scambio tra la concessione di flessibilità economica e la garanzia da parte dell’Italia di accogliere entro i suoi confini di tutti gli immigrati, regolari e non, in arrivo in Europa, in violazione degli accordi di Dublino.

Come tutti sanno, questo accordo inconfessabile è stato svelato prima da Emma Bonino, un esponente politico certamente non ostile ai governi di sinistra di quegli anni, e solo pochi giorni fa da Valeria Fedeli, ex Ministro del Governo Gentiloni: entrambe le dichiarazioni non sono mai state smentite dagli aventi causa, i quali evidentemente ne riconoscono la giustezza.

Ebbene, il fenomeno Calenda, quando due altri ospiti della trasmissione, il Sottosegretario al MIT Armando Siri e il giornalista Massimo De Manzoni hanno ricordato la cosa, è esploso in uno sproloquio accusandoli di dire “balle” (testuale), di non saper fare giornalismo, di affermare cose non vere, e altre simili bestialità: il tutto con un atteggiamento aggressivo, sprezzante, interrompendo continuamente gli interlocutori che cercavano invano di argomentare, accusando i macapitati di dire falsità, laddove con ogni evidenza che diceva bugie era proprio lui.

Nè la conduttrice, Gaia Tortora, ha sentito la necessità di ricordare all’arrogante Calenda che le dichiarazioni della Bonino e della Fedeli sono facilmente riscontrabili, basta andare su Internet e si trovano i filmati grazie ai quali è possibile ascoltarne il contenuto dalle vive voci delle due politiche citate: ma sappiamo ormai che una buona parte della stampa è succube di una parte politica che,  nonostante sia stata severamente punita dall’elettorato, ritiene di essere unta dal Signore, e non se ne capisce bene la ragione.

In fondo a questo post ho inserito due video nei quali rispettivamente la Bonino e la Fedeli affermano quanto precedentemente descritto, riportato dai citati Siri e De Manzoni, e negato da Calenda, e quindi ora delle due una: o mentono le due rappresentati politiche, o mente Calenda.

Ora, se fossimo in un Paese normale nel quale chiunque è chiamato a rispondere delle cose che dice, o Calenda o la Fedeli e la Bonino dovrebbero smentire le proprie contrastanti dichiarazioni le quali, essendo tra di loro in antitesi, non possono convivere, una delle due parti dice la verità e l’altra mente: dubito tuttavia che ciò accadrà, così come dubito che se ne faccia carico la stampa, si dovesse mai scoprire che è Calenda a mentire, come è altamente probabile, cadrebbe un mito…

Visti i precedenti, il  mio parere è che Calenda non è in alcun modo quel fenomeno che egli stesso crede di essere, aiutato in questo dai mass media che vedono in lui uno in grado di fare miracoli, ma piuttosto lui stesso un miracolato, giunto dove lo hanno collocato commentatori compiacenti e assoggettati al cosiddetto e dannato politicamente corretto.

Per quanto mi riguarda, Calenda è una persona insopportabilmente arrogante, presuntuosa, supponente, saccente e spocchiosa: si può anche essere convinti delle proprie qualità, anche se è sempre meglio che siano gli altri a riconoscerle, ma soprattutto per un personaggio pubblico (pur ribadendo che di fatto Calenda è niente di più che un privato cittadino, come me e milioni di altri) è necessario tenere un atteggiamento corretto, lineare, rispettoso delle altrui opinioni, argomentando le proprie con elementi oggettivi e consentendo agli interlocutori di fare la medesima cosa, e non aggredendoli e impedendo loro di parlare, in virtù di una supposta superiorità morale e intellettuale tutta da dimostrare e sulla quale personalmente esprimo delle forti riserve.

Sarebbe francamente il caso che qualcuno lo ricordasse a questo personaggio, tronfio e pieno di sè, del tutto inconsapevole delle ragioni che hanno portato la sua parte politica ad inanellare una serie infinita di sconfitte elettorali, segno incontrovertibile che l’azione di Governo espressa non ha prodotto i miracoli annunciati e rivendicati, che siamo in democrazia, che la propria onestà intellettuale si dimostra riconoscendo le ragioni degli altri, soprattutto quando costoro sono di un’opinione diversa dalla nostra, e che negare l’evidenza, come Calenda ha fatto stamani durante la trasmissione che ho citato, vuol dire soltanto dare segno di povertà intellettuale, di ottusità, tutte qualità che non giovano alla credibilità e all’autorevolezza di chi ritiene di essere un leader capace di guidare una comunità e di fare il suo bene.

Se questo personaggio è una delle figure sulle quali la sinistra confida per una sua rinascita, allora temo che la democrazia italiana continuerà a subire il danno dell’assenza di una vera, efficace e credibile opposizione.

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