Politica, democrazia e social

Il quadro politico di queste ultime settimane è radicalmente cambiato, e tra domani e dopodomani il Parlamento dovrà votare la fiducia al nuovo Governo, basato sulla surreale alleanza tra il M5S e il PD, stabilita in barba alle tremende accuse, insulti e contumelie che i due novelli sposi si sono scambiati fino a pochi giorni fa, non certo per il bene dell’Italia, come vanno dicendo i maggiorenti dei due partiti, ma per un patto di spartizione delle poltrone e del potere, senza tenere in alcun conto il volere dell’elettorato che non sembra appoggiare, in questa fase, le due forze politiche.

Una volta ottenuta la fiducia, il Governo sarà pienamente operativo e inizierà la parte seconda del mercato delle poltrone, giacchè si dovranno individuare i 44 Sottosegretari e Vice Ministri, per completare la squadra e finire di occupare poltrone e sofà.

Ciò premesso, come è naturale,  in questi giorni sui social, e in particolare su Twitter, che è l’unico che seguo e frequento, vi è grande partecipazione su questo tema, e si confrontano le varie e diverse posizioni tra chi appoggia questa nuova formazione politica e chi invece la osteggia.

Sarebbe un bene, siamo in  democrazia (o meglio, crediamo di esserlo…), e il confronto civile, serio, pacato, argomentato, basato su elementi oggettivi, servirebbe a chiarire le rispettive idee, a sostenerle e difenderle, e a cercare di comprendere le ragioni di quelle contrarie, arricchendo il proprio punto di vista e renderlo più consapevole e ragionevole.

Purtroppo vedo che non è quello che accade, perchè invece si assiste a uno scambio vivacissimo e spesso truce e volgare di offese, improperi della peggiore specie, e non vi è alcuna volontà di rispettare le opinioni altrui, ma solo quella di affermare le proprie a tutti i costi, come se ognuno di noi fosse in grado di stabilire in maniera insindacabile qual è la sola e unica verità incontrovertibile e incontestabile.

Questa è una strana idea della democrazia e della libertà d’opinione e d’espressione, visto che assegna credibilità e dignità solo a chi guarda da una parte, assegnando a tutti gli altri il ruolo di spettatori, possibilmente silenti e succubi del pensiero unico e dominante.

Ora, come i pochi che seguono questo blog sanno, io sono uno di quei milioni di italiani che, nati e cresciuti politicamente a sinistra, con il trascorrere degli anni e con l’esperienza personale si sono spostati a destra, delusi dal fatto che le forze teoricamente progressiste hanno sempre più sposato idee e posizioni che con i loro valori di riferimento non hanno nulla a che vedere, e gli elettori le hanno punite in maniera evidente e oggettiva.

Ciò ha prodotto in chi guarda a sinistra un atteggiamento di chiusura verso chiunque osi mettere in dubbio la giustezza delle proprie tesi, convinti intimamente di essere eticamente, moralmente e intellettualmente superiori, in maniera fideistica e senza accettare discussioni.

E, come se non bastasse, chiunque metta in dubbio questo dogma è automaticamente bollato come fascista, senza dubbi e senza possibilità di redenzione: non rendendosi conto che, con un siffatto atteggiamento il vero fascista è proprio colui che muove questa accusa al suo avversario di turno.

Un esempio? Ieri ho risposto su Twitter a un intervento di Gianrico Carofiglio, uno degli intellettuali più vicini alla sinistra, che vede in lui un autentico vate, e che dimostra in ogni occasione una presunzione, un ferreo convincimento nelle proprie idee e che non lascia spazio a dubbi: da ex magistrato, ora scrittore di successo, usa le proprie idee e le proprie dichiarazioni come vere e proprie armi, e guai a chi osa contraddirlo, cerca di annichilirlo con dotte citazioni, invero un pò fruste e trite, e con sicumera.

E’ certamente un uomo di cultura, in grado di esibire un linguaggio forbito e piacevole, ma come in tutte le cose della vita, un minimo di umiltà e un pò meno di autoreferenzialità non guasterebbe: dalle idee diverse si può sempre imparare qualcosa.

Nel suo post ha espresso perplessità sul quanto ha scritto il giornalista RAI Sanfilippo a proposito di Salvini, che lo ha pesantemente offeso e soprattutto auspicando che la figlia del politico possa essere aiutata a superare lo stress provocatole dallo scomodo genitore, attraverso l’affidamento a strutture di sostegno psicologico: per queste e altre affermazioni contenute nel post, lo pseudo giornalista è stato pesantemente contastato da tantissimi, e apre che la stessa RAI abbia avviato un provvedimento nei suoi confronti.

Agli occhi di chiunque sia capace di un minimo di obiettività, affermazioni di questo tenore vanno condannate, senza riserve e distinguo, almeno secondo il mio parere.

Carofiglio lo ha criticato, ma ha concluso affermando che tuttavia molti tra quelli che lo accusavano probabilmente non avevano letto e compreso tutto il post, giustificando in parte il contenuto.

Io mi sono limitato a rispondergli dicendo che lo avevo letto in ogni sua parte e che mi pareva di poter affermare che fosse da condannare senza riserve, soprattutto per il riferimento alla figlia di Salvini perchè, se si può certamente criticare un avversario politico pur senza offenderlo ma con educazione, tirare in ballo figli e congiunti è assolutamente esecrabile.

Ebbene, mi sono arrivati deliranti risposte da parte di chi mi ha accusato di non saper leggere, di essere di parte, qualcuno mi ha offeso con volgarità gratuite e senza senso: uno di questi coraggiosi esponenti di una certa parte politica mi ha bloccato, solo perchè gli ho risposto allegando un link nel quale era possibile leggere che l’autore del post in discussione aveva rettificato le sue parole, affermando che aveva sbagliato nel citare la figlia di Salvini, praticamente ciò che sostenevo io. Evidentemente a certuni non fa piacere verificare gli elementi oggettivi, ma preferiscono una verità costruita e di parte.

Ora, dico io, cari sostenitori del PD (mi rivolgo a loro perchè sono i più facinorosi e violenti in questo atteggiamento), il vostro partito è al Governo per l’ennesima volta dopo aver perso tutte le elezioni di ogni ordine e grado degli ultimi anni, non ha voluto tener fede alla stessa sua risoluzione votata quasi all’unanimità nella Direzione del Partito di poche settimane fa, che stabiliva che in caso di crisi di Governo avrebbe chiesto le elezioni, salvo poi rimangiarsi la parola non appena ha sentito odore di poltrone, ha nove Ministri, avrà qualche decina di Sottosegretari, il Presidente del Parlamento UE e il Commissario Europeo, perchè non accontentarsi e vivere sereni, fino alla prossima giravolta?

Si vuole impedire a chi non la pensa nello stesso modo di esprimere liberamente il proprio pensiero, appellandolo come illiberale, se va bene, ignorante e capra, fascista e autoritario? Attenti, per l’eterogenesi dei fini queste accuse si ritorcono fatalmente verso chi le muove, e lo rendono non credibile e autorevole.

Prima di ergersi a giudici in terra del bene e del male (De Andrè dixit…), ci si faccia un esame di coscienza, se ci si definisce democratici lo si dimostri con i fatti e i comportamenti, e non solo con le parole: la gente riflette, ricorda e elabora il proprio pensiero.

E magari si arriverà  anche ad affermare che non  si può manifestare, non si può contraddire, non si può opinare, perchè chi lo fa è fascista…

E non è offendendo, dileggiando, gridando e affibbiando patenti gratuite che si afferma la giustezza delle proprie idee, ma si ottiene esattamente l’effetto contrario, come la storia dimostra: il problema è che la storia non la studia nessuno…

 

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