Ma che c’entra la vicenda di Silvia Romano con quella dei due Fucilieri di Marina ( e non marò, come erroneamente vengono chiamati)?
Apparentemente niente, sono due storie profondamente diverse, con sviluppi e valutazioni che le differenziano sostanzialmente.
Ma allora perchè ne scrivo nello stesso post? Perchè mi serve come spunto per parlare di un fenomeno che mi sembra stia prendendo piede in questi tempi bui, e cioè l’atteggiamento fazioso e preconcetto rispetto a tanti temi, e al vizio di contestare le opinioni altrui non già argomentando e fornendo elementi oggettivi, ma abbandonandosi a un leonismo da tastiera ottuso e aggressivo.
La ragione è semplice: ieri, su Twitter, unico social che frequento, mi sono imbattuto in un tweet nel quale le due vicende venivano contrapposte, e l’autore del messaggio lamentava che nel caso di Silvia Romano venivano sollevate critiche che erano state risparmiate ai due Fucilieri, i quali, a parer suo, si erano macchiati di colpe ben più gravi.
Ho sentito allora l’esigenza di rispondere, cercando di presentare argomenti oggettivi e fattuali.
Premetto che la scelta di Silvia Romano di recarsi in Africa, per dare aiuto alle popolazioni sofferenti di quella Terra, è nobile, rispettabile, animata da uno spirito apprezzabile, ma resta espressione di una volontà personale, e che a chi l’ha compiuta certamente saranno stati chiari ed evidenti i rischi che vi erano sottesi, concretizzatisi poi in un rapimento conclusosi fortunatamente solo ieri.
Nè voglio commentare l’ulteriore scelta della ragazza di convertirsi alla religione islamica, come ha dichiarato essa stessa: sono fatti personali che rientrano nella sfera più intima, e nessuno deve arrogarsi il diritto di giuducarle dal di fuori.
Nella mia risposta ho ricordato che i due Fucilieri di Marina non si trovavano sulla nave mercantile per loro autonoma scelta, nel momento in cui la tragedia dell’uccisione dei due pescatori indiani, scambiati per pirati, si concretizzò: si trovavano lì perchè in missione, comandati dallo Stato Italiano, in aderenza a una delibera dell’ONU nell’ambito delle azioni di contrasto alla pirateria in quei mari.
L’avessi mai fatto! L’autore del messaggio all’origine della discussione mi ha risposto negando che i due Militari fossero lì in rappresentanza dello Stato Italiano, in assoluto sovvertimento della realtà, adoperando peraltro un linguaggio offensivo e arrogante, pretendendo di essere dalla parte della ragione, quasi che i due Fucilieri si fossero imbarcati sul mercantile per una amena crociera nei mari dell’Oceano Indiano.
E subito, in soccorso a questa tesi strampalata, un altro messaggio mi invitava a prendere atto della sola e assoluta verità, fornendomi il seguente link nel quale si commentava la vicenda, colpevolizzando definitivamente i due Militari, emettendo una sentenza inappellabile, quando in realtà, a distanza di anni, i due non sono ancora stati sottoposti a giudizio, tanto evanescenti sono le accuse. https://www.wumingfoundation.com/giap/2013/01/i-due-maro-quello-che-i-media-italiani-e-napolitano-non-vi-raccontano/
E io, per contro, ho risposto con un link relativo a un articolo del Fatto Quotidiano nel quale si formulava un parere diametralmente opposto, per dimostrare che non esiste, in casi così complessi, la verità assoluta e che è sempre meglio attendere i pronunciamenti dei tribunali, prima di emettere sentenze, per non incorrere in immancabili brutte figure. https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/29/i-maro-sono-innocenti/2262358/
Ora, per mia indole, cultura ed educazione, sono sempre e assolutamente pronto ad accogliere tutte le opinioni, soprattutto quelle contrarie alle mie, e quando ribatto lo faccio sempre con rispetto e con linguaggio urbano: non sopporto il turpiloquio, che spesso nasconde l’incapacità di sostenere un confronto basato su dati di fatto.
Ma quello che trovo ancora più imperdonabile è quando si nega la realtà dei fatti: se è lecito esprimere un parere su un’azione, sul merito di quanto è accaduto, sia nel caso di Silvia Romano, sia in quello dei Fucilieri, non lo è certamente negare le circostanze fattuali, perchè facendolo si compie un’operazione mistificatoria senza senso, strumentale e logicamente sbagliata.
In questo momento storico, drammatico per tanti versi, occorrerebbe equilibrio, serenità, rispetto, obiettività: aggredire chi la pensa in maniera contraria, con la pretesa di essere in possesso della sola e incontestabile verità, è atteggiamento dannoso, ottuso e poco liberale.
I social sono uno strumento utile, vi si confrontano idee e convinzioni diverse, e tutto ciò è utile perchè rende possibile lo scambio delle opinioni e l’arricchimento delle proprie, ma usare la tastiera come se fosse un’arma attraverso la quale aggredire chi osa interloquire, diventa invece un pericolo per la socialità .