Certo, i tempi sono cambiati, principi e valori che una volta erano fondanti e sui quali si basavano le regole di convivenza civile e sociale sono mutati, e ciò che solo qualche lustro fa appariva anomalo e fuori logica, oggi è diventato normalità, uso comune e comune sentire.
Niente di cui meravigliarsi, è il progresso, l’evoluzione, il guardare e osservare le cose da un diverso e nuovo punto di vista, con tutto ciò che ne consegue, in termini di formazione del pensiero e di costituzione di gruppi e agglomerati sociali.
Ciò detto, questo però non può e non deve giustificare il fatto che, in nome della contingenza di un particolare momento, si possano calpestare valori e principi sui quali si basa la nostra comunità, per alcuni dei quali i nostri nonni hanno sacrificato sé stessi, la loro gioventù, le loro aspettative di vita futura, rincorrendo il sogno di una libertà che regimi criminali e totalitari volevano negare loro.
Oggi viviamo un momento storico che ci ha condotti in una situazione che solo due anni fa nessuno avrebbe mai immaginato di poter vivere, per colpa di una pandemia che, arrivata a sorprendere il pianeta improvvisa e inedita, ha messo l’umanità di fronte a una realtà che ha svelato impietosamente quanto siamo indifesi nei confronti di siffatti fenomeni, nonostante che la scienza e la medicina abbiano consentito di migliorare la qualità della nostra vita e l’aspettativa della stessa.
Il rapido e incontrollato precipitare della situazione pandemica ha costretto i governi di tutto il mondo a intraprendere iniziative inimmaginabili in tempi normali, arrivando spesso a comprimere sensibilmente diritti ai quali mai avremmo pensato di dover rinuniciare.
Ma non vi erano alternative: se non si fosse fatto, il prezzo da pagare in termini di vite umane sarebbe stato insostenibile, e ciò nonostante il numero di vittime che il virus ha mietuto è comunque drammaticamente alto.
Quindi tutti noi abbiamo rinunciato al nostro normale stile di vita, ma lo abbiamo fatto, magari obtorto collo, nella consapevolezza che non si poteva fare altrimenti.
Nel mentre, il mondo della scienza, della medicina, della farmacologia si è mobilitato, ha lavorato senza sosta alla ricerca di soluzioni che potessero combattere efficacemente la virulenza del COVID, fino ad arrivare a vaccini che, caso unico nella storia, sono stati resi disponibili in tempi assolutamente rapidi e inconsueti, rispetto alla storia precedente.
E’ iniziata così una colossale campagna vaccinale che ha interessato tutto il mondo, pur con innegabili differenze dovute alle diverse condizioni socio economiche nella varie aree del pianeta: miliardi di dosi del vaccino sono state somministrate in tempi incredibilmente brevi, il che ha consentito di mitigare gli effetti del contagio.
Ma se si è potuti giungere a questo straordinario risultato, perché allora ho intitolato questo mio scritto con parole dalle quali traspare la delusione che provo in questi giorni?
E’ presto detto: le mie idee mi portano a identificarmi come un liberale conservatore, e ho sempre agito in conformità a principi di lealtà verso le istituzioni, di obbedienza alle regole stabilite per garantire la convivenza civile e democratica, e ho giurato per due volte sulla Costituzione, prima come Allievo Ufficiale e di nuovo alla nomina a Ufficiale della Marina Militare su quella Carta che ha rappresentato per me la stella polare che ha guidato il mio cammino, in ogni fase della mia vita.
E sempre con la convinzione di fare la cosa giusta, confortato in questo dall’esempio di tanti che a essa si sono richiamati, invocandola in ogni possibile occasione e definendola spesso e volentieri come “la più bella del mondo”, fondata su principi irrinunciabili, inattaccabile dal tempo e inviolabile.
Tanto ce ne siamo riempiti la bocca, da ergerci con grande millantata autorevolezza a giudici di altre comunità che, lontanissime dal nostro grado di immensa etica e morale non possedevano uno strumento altrettanto nobile e perfetto, e assumevano atteggiamenti e iniziative illiberali, immorali, razziste, discriminatorie: noi invece inappuntabili, autorevoli, seduti su uno scranno dal quale dispensavamo moniti e giudizi manichei, da una arte i giusti, dall’altra gli empi.
Ma si sa, esiste in filosofia la teoria dell’eterogenesi dei fini, secondo cui le azioni umane possono conseguire risultati diversi da quelli perseguiti, ed è esattamente ciò che sta accadendo al nostro, povero Paese.
Quella Costituzione così cara a tutti, la più bella del mondo, nella quale sono scolpiti nella pietra principi e valori sui quali non si deve nemmeno discutere, opinare, dubitare, perché su di essi si fondano il nostro modus vivendi, il nostro vivere civile, la nostra storia e la nostra identità, è finita miseramente nel cestino delle cartacce, disattesa, vilipesa, offesa e ferita, nell’indifferenza e, peggio, con la criminale connivenza di chi dovrebbe garantirne il rispetto, l’attuazione e la fedeltà ai suoi dettami.
Non voglio tirarla per le lunghe, avrei mille esempi da citare a supporto di questo mio lamento, ma mi limito a citarne uno, quello che a mio avviso ha fatto segnare il punto più basso, eticamente e moralmente, della nostra storia recente.
Mi riferisco, come è facile intuire, al provvedimento varato due giorni fa dal governo per l’applicazione dell’inutile lasciapassare sanitario (uso il termine a proposito, perché tale è ed è patetico il tentativo di annacquarne il senso ricorrendo all’anglicismo del green pass), estendendone l’obbligo al mondo del lavoro.
Lo definisco inutile perché oggettivamente inefficace ai fini del contenimento del contagio, come dimostrano e attestano studi scientifici che hanno chiarito che il vaccino non previene dal contagio, ma garantisce in altissima percentuale che non si contragga l’infezione nella sua forma più grave: quindi il vaccinato può contrarre il virus e può a sua volta trasmetterlo ad altri, e di conseguenza il possesso del lasciapassare “non è strumento a tutela della salute pubblica” (parole testuali del prof. Crisanti, non certo un bieco no-vax), ma metodo surrettizio e ricattatorio per indurre a vaccinarsi, visto che il Governo non ha il coraggio di assumersi la responsabilità di imporne per legge l’obbligo, assumendosene la responsabilità, e persevera in un atteggiamento che non esito a definire vigliacco.
La norma appena varata prevede che il lavoratore che non è in possesso del lasciapassare viene sospeso dall’impiego, gli viene comminata una sanzione, e gli viene addirittura sospeso lo stipendio.
Allora vediamo un po’ cosa dice la Costituzione:
- Art. 1: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro“…
- Art. 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto“
- Art. 32: non lo riporto testualmente, per brevità, ma stabilisce che nessun cittadino può essere obbligato a un trattamento sanitario, se non per disposizione di legge“, e che la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Mi pare piuttosto chiaro, dovremmo essere grati ai Padri costituenti i quali, per affermare principi sacrosanti, adoperarono un linguaggio chiaro, semplice, comprensibile a tutti.
Aggiungo, quale considerazione di carattere generale, che in uno Stato di diritto, quale dovrebbe essere anche il nostro, ciò che non è vietato per legge è lecito: ne consegue che chi non intende vaccinarsi, perché le sue condizioni di salute non glielo consentono, o perché ha paura, o non si sente sicuro, lo fa muovendosi nell’assoluto rispetto della legge vigente, anzi della fonte primaria del diritto, appunto la Costituzione.
Un dispositivo di rango inferiore, quale è un Decreto del Governo, non può in alcun caso contravvenire a uno di rango superiore, né è tollerabile e ammissibile che si renda obbligatorio qualcosa che a norma di legge non lo è, in maniera surrettizia e ricattatoria: ciò può accadere in uno Stato totalitario, illiberale, non in una democrazia avanzata o presunta tale.
Ed è altrettanto vergognoso che si possa solo pensare che chi non si vaccina possa sottoporsi a un tampone ogni 48 ore, a sue spese, il che ancora una volta dimostra qual è il vero scopo del lasciapassare: un padre di famiglia che percepisce 1200€ al mese cosa fa, ne spende la metà per fare tamponi e per il resto del mese campa a pane e acqua?
E per quale misterioso motivo, dopo che per anni ci hanno ammorbati con il teorema “ce lo chiede l’Europa”, adottando politiche socio economiche che ci hanno portati dritti in una crisi senza precedenti ancor prima dello scoppiare della pandemia, ora il fatto che l’Europa vieti categoricamente ogni discriminazione in tema di cure non viene considerato, e si prendono provvedimenti in netto contrasto con le politiche comunitarie (si veda la Risoluzione 2361 del 2021 del Consiglio d’Europa, artt. 7.3.1. e 7.3.2)?
E perché nessun Paese in Europa ha adottato provvedimenti simili, neanche la Francia che pure ha introdotto il lasciapassare, ma in forma molto meno invasiva?
Siamo noi i più furbi e il resto della compagnia una manica di imbecilli e sprovveduti, o invece, come io credo, le altre democrazie sono più attente al rispetto dei diritti e della dignità umana di quanto non lo siamo noi?
E infine, perché il Ministero della Salute, guidato da quella calamità naturale che risponde al nome di Roberto Speranza, impugna la sospensiva del TAR sul famoso metodo “Tachipirina e tre Ave Maria”, vietando di fatto la sperimentazione di cure e protocolli terapici per combattere il virus?
Tutte domande alle quali chi di competenza dovrebbe sentire la necessità e l’obbligo etico e morale di fornire risposte convincenti.
Invece il mainstream informativo, vigliaccamente appecoronato al cospetto del pensiero unico, inneggia a questo scempio dei diritti costituzionalmente garantiti, il presunto garante della Costituzione è chiuso in un silenzio assordante, mancando di svolgere con impegno il suo incarico (e c’è chi ne chiede la conferma, in sfregio alla ragione e all’evidenza), e la stessa Magistratura, sempre solerte quando si tratta di perseguire chi non le aggrada, tace e sembra non accorgersi di nulla.
Allora, facciamo un fioretto: smettiamola, noi Italiani, di atteggiarci a paladini dei diritti, alfieri delle libertà altrui, censori di quei Paesi che opprimono le loro genti.
Non ce lo possiamo permettere più, ciò che la classe dirigente di questo Paese sta ponendo in atto è segno di una strisciante volontà di soffocare valori e principi ai quali non dovremmo rinunciare mai, e lo fa con la complicità di chi dovrebbe, anzi deve, intervenire.
A nessun esecutivo può essere concessa una cambiale in bianco, fino a quando riterremo di essere una democrazia parlamentare, nella quale pesi e contrappesi garantiscono l’equilibrio dei poteri, a salvaguardia della convivenza civile e libertaria, nel rispetto dell’ordine e della legge.
Povera Italia, una volta patria del diritto, e ora capofila di chi lo nega, e cerca di soffocare le voci di chi dissente liberamente tacciandolo di essere fascista, reazionario, no-vax, retrogrado, ignorante e qualsiasi altro epiteto si possa adoperare, invece di scendere sul terreno del confronto, della discussione scevra da pregiudizi, volta ad arricchire la propria conoscenza, nel rispetto delle opinioni altrui.
Ma non bisogna arrendersi, non si devono sopire le coscienze, ma difendere le proprie idee, esprimendole con forza ma senza prevaricazioni di alcun tipo, e solo così si potrà cambiare questo assurdo stato di fatto che ci sta rendendo, poco a poco, sempre più inerti e ininfluenti.
P.S.: io sono vaccinato, ho il lasciapassare ma non intendo adoperarlo e frequentare posti nei quali è richiesto. Se per sorbire un caffè devo esibire un documento, piuttosto rispolvero la mia vecchia napoletana e il caffè me lo prendo a casa, in santa pace…